Purtroppo per molte persone rivolgersi ad un terapeuta è ancora oggi un tabù perché la società nella quale viviamo ci vuole perfetti e capaci di resistere agli urti della vita. “Se non resisti, non sei all’altezza, se fai vedere la tua sofferenza sei un debole”.  Ed è in questo modo che si creano i falsi miti e si rischia di lasciare il dolore inascoltato.
Proprio la paura del giudizio degli altri e il senso di inadeguatezza possono essere blocchi pericolosi e impedirci di affrontare tempestivamente ed efficacemente un sintomo, un disagio, un dolore dell’anima.

Il disagio e il malessere psicologico possono essere generati da un bisogno, più o meno consapevole, di cambiamento. Non è raro che le persone tendano a rimanere nella propria “zona di comfort” anche quando questa sia divenuta emotivamente incompatibile con nuove esigenze. Il timore del cambiamento porta a negare ciò che è innato nell’essere umano: il continuo e inesorabile processo trasformativo.
Spesso la sofferenza – che può manifestarsi con diversi sintomi  – è l’esito del conflitto tra  desiderio e paura di muoversi verso nuove mete.