SOSTEGNO ALLA GENITORIALITà

 

Genitori non si nasce ma lo si diventa e chi diventa genitore oggi, lo fa in un momento storico complesso. Dobbiamo inoltre considerare che se pur essere genitori è difficile, forse oggi è ancora più complicato essere bambini e adolescenti.

C’è in ogni genitore il desiderio (che spesso diventa una sfida) di essere un solido punto di riferimento per i propri figli. Viene non a caso definito il lavoro più difficile al mondo.

Il compito genitoriale è costantemente in bilico tra delicati equilibri ed è quindi necessario imparare l’abilità della mediazione tra le proprie esigenze e quelle dei figli. Si presenta spesso l’arduo compito di accettare e gestire quelle che a volte sembrano distanze incolmabili e questo può generare necessariamente delusione e frustrazione.

Si lascia un segno del propria storia attraverso le nuove generazioni; i figli ci saranno dopo di noi  ma ci saranno in un modo diverso dai come sono stati i loro genitori e spesso anche in modo molto diverso da come i genitori avevano immaginato e avrebbero voluto.

Il sostegno alla genitorialità è un percorso che svolgo con la coppia genitoriale con valenza psicoeducativa ma è anche uno spazio nel quale elaborare emozioni e sensazioni verso i figli che spesso attivano sensi di colpa.

I colloqui  avranno lo scopo di accogliere i genitori in difficoltà e individuare, nelle dinamiche familiari, ciò che non favorisce una serena convivenza, un’efficace comunicazione e un costruttivo processo evolutivo per la prole. Il mio intervento mira a supportare e indirizzare la coppia genitoriale nella gestione educativa ed emotiva dei figli.

 

Per saperne di più:

Focus sull'adolescenza

Il bambino cresciuto con amore e tenerezza, che sorrideva e che non si saziava mai delle attenzioni e delle coccole di mamma e papà, ad un certo punto lascia il posto all’adolescente scontroso, taciturno e a tratti oppositivo e svalutante. Questo sconosciuto disorienta e spesso fa sentire disarmati, facendo affiorare il dubbio di aver sbagliato qualcosa. Winnicott uno dei grandi maestri della psicopedagogia definiva il bravo genitore quello “sufficientemente buono”, perché sapientemente consapevole che il genitore perfetto non esiste. Esiste il genitore che dopo la prima fase di disorientamento si attiva per accogliere una nuova fase della vita con i propri figli.  Riconoscere di aver bisogno di aiuto non è affatto una sconfitta anzi è un gesto di lucida consapevolezza, che può portare rapidamente sollievo emotivo.

In questo senso il supporto psicologico e la psicoterapia sono strumenti preziosi per aiutare gli adolescenti  ma anche i genitori ad affrontare in modo propositivo questo passaggio di vita importante ma molto faticoso.

L’adolescenza è una fase di passaggio molto delicata, quella che E.Erikson definisce tra le fasi di transizione più importanti. È straordinaria per la quantità di cambiamenti e modificazione psico-fisiche ma è al tempo stesso fonte di smarrimento. La nuova letteratura estende – rispetto agli psicologi evolutivi di inizio secolo – la fase adolescenziale dai 12 ai 24 anni. La crisi e le difficoltà che accompagnano questa fase sono totalizzanti perché non coinvolgono solo l’adolescente ma anche i genitori e non solo. L’istituzione scolastica oggi è in prima linea impegnata (non con poche difficoltà) nel cercare in itinere di adempiere all’arduo compito educativo/formativo che non coinvolge più solo l’ambito puramente didattico. Ma ci sono anche gli allenatori, gli psicologi, i mentoring. È innegabile come l’adolescenza metta a dura prova gli adulti in senso generale, che non possono avvalersi di riferimenti alla propria adolescenza, perché i nuovi giovani (i millennials, la generazione Z, generazione Alpha) non hanno nulla a che fare con i loro genitori e questo tende a generare ancora più disorientamento e incomprensioni.  Questa generazione (secondo gli ultimi sondaggi) alla luce di quello che capita intorno a loro non hanno i valori, le speranze, gli obiettivi che guidavano le generazioni precedenti. In una società post pandemia, con guerre in ogni angolo del mondo, con la paura del terrorismo, in un mondo alle prese con crisi climatica ed energetica, sembra che al loro non sia concesso sognare e progettare.  Sentono di dover portare il carico dell’irresponsabilità delle generazioni precedenti, un carico così soverchiante da generare annichilimento, tanto da prediligere una vita parallela e superficiale sui social divenuti un concentrato di vita (esperienze, conoscenza, sessualità, amicizie) in pochi pollici dello smart phone. Inoltre sono alle prese con un mondo che restituisce immagini bellissime e superficiali, che sui social scorrono per pochi secondi, per poi lasciare dubbi/paure/insicurezze che possono durare anche per mesi. La glorificazione del successo rapido, vuoto e spesso immeritato che genera idoli discutibili ma che mettono in discussione la valenza della fatica/sacrificio e il valore dello studio, della conoscenza e della progettualità. Oltre a demonizzare il fallimento e l’errore che diventano una macchia non tollerabile e non contemplabile.

 

Focus Adolescenza

 

Quando l’ansia e la fragilità diventano insostenibili, la fuga spesso assume risvolti ancora più preoccupanti perché si concretizza  con l’autolesionismo e l’assunzione di sostanze che diventano un maldestro tentativo di non sentire il dolore emotivo, la delusione, dal fallimento. Ferire e sballare il corpo è un modo per non sentire il proprio sentire.

Il lavoro degli adulti (tutti) è quello di ridare la speranza e aiutarli in un rispecchiamento reale virtuoso di quanto c’è dentro di loro e intorno a loro mettendoli in contatto con loro stessi e con il loro potenziale straordinario troppo spesso bloccato dalla paura del fallimento che paralizza e induce all’immobilismo, all’evitamento e al ritiro sociale.

Per prepararsi al complesso processo trasformativo dell’adolescenza è necessario mettere delle basi solide e sfatare falsi miti. Non è possibile iniziare a parlare con i propri figli se il dialogo non era presente prima dell’ingresso in adolescenza, così come non è possibile iniziare ad impartire regole e divieti se questi non hanno mai fatto parte della vita del bambino. Il cambiamento non è determinato dagli ormoni ma bensì dai cambiamenti significativi del cervello e delle sue reti neuronali che iniziano in questa fase ma non saranno portati a termine fino all’età adulta (18-20). Sono cambiamenti psicologici, fisici per nulla banali per adolescenti che non hanno gli strumenti emotivi e cognitivi per comprenderne la portata. Questo genera confusione, paura rispetto a queste novità, di cui avevano solo sentito parlare e che intervengono in un tempo relativamente breve.

In questa fase, se non ci sono adulti di riferimento con i quali condividere questi dubbi spesso sarà il web delegato a dissiparli. Un aspetto imprescindibile dell’adolescente è quello di mettere alla prova i propri limiti, di alimentare la propria curiosità e di fare esperienze nuove che sono alla base di una vita ricca e appagante.

Infine l’essenza dell’adolescenza si sostanzia in un progressivo percorso di separazione in risposta al naturale al desiderio di autonomia (dalle figure di riferimento) e individuazione verso la persona che si vuole diventare, un percorso che può essere caratterizzato da conflittualità.

Il passaggio dalla dipendenza dagli adulti ad una completa indipendenza dal mondo adulto non può  tuttavia prescindere da passi in avanti intermezzati da regressioni. L’adolescente ha bisogno di sperimentare la propria  autonomia e collaudare nuovi confronti con i pari, ma sapendo di poter continuare a contare sui propri genitori il cui ruolo cambia (passando dall’accudimento ad una dimensione psicoeducazionale e di interdipendenza) senza smettere di essere fondamentale, in questa fase più che mai,… contrariamente alle comuni credenze.

Dottoressa Raffaella Santoliquido

Dott.ssa

RAFFAELLA

SANTOLIQUIDO

PSICOTERAPEUTA DI ORIENTAMENTO PSICODINAMICO

OPERATRICE IN TECNICHE CORPOREE